domenica 11 dicembre 2011

Qui si fa propaganda!


In un periodo storico in cui i poster di cattivo gusto la fanno da padroni e in qualche caso costringono politici e partiti a ritirate e smentite rapidissime per rimediare a gaffes davvero imperdonabili, c'è qualcuno che utilizza ancora il poster come strumento di propaganda pulita e utile. Joe Wirtheim (Portland, Oregon) si è inventato il progetto Victory Garden of Tomorrow per ispirare ed educare le persone ad un'alimentazione corretta e a kilometro 0, al riciclo, al compostaggio, alla salvaguardia del pianeta. Lo fa attraverso poster, magliette e cartoline dal sapore un po' retrò. Un bel modo per ricordarci che un altro modo di mangiare e di vivere è possibile e che le belle idee non sono fatte solo per essere attaccate al muro.

victorygardenoftomorrow.com
latimesblogs.latimes.com

martedì 6 dicembre 2011

Non solo popcorn


Lo chef stellato Michelin, Rowley Leigh ha pensato di servire i suoi manicaretti agli avventori del cinema londinese The Lounge che aprirà a gennaio 2012. Perché accontentarsi di un bicchierone di popcorn quando si può avere un hamburgher “royale” con filetto di manzo, un risotto alle triglie, una bibita ghiacciata al lemongrass?! Leigh assicura che con 30 o 40 sterline si può gustare dell’ottimo cibo guardando un bel film. Non rischiamo però così di perderci qualcosa del film o dell’ottima cena? Non rischiamo di non capire, a luci spente, cosa stiamo mettendo in bocca, o peggio di restare attaccati alla poltrona a causa della salsa barbecue? E se l’odore dei popcorn sgranocchiati rumorosamente dal nostro vicino ci da fastidio, cosa sarà del nostro sensibile olfatto con il risotto di pesce? Caro Rowley, se è vero che 2 è sempre meglio che one soprattutto in tempo di crisi, in questo caso forse è meglio concentraci su una cosa alla volta per gustare a pieno entrambe e fermarci un attimo e rilassarci in un buon ristorante o davanti a un bel film. Ne abbiamo così bisogno, caro Rowley.

thisislondon.co.uk
guardian.co.uk

mercoledì 23 novembre 2011

Vestiamo ciò che mangiamo



Se l’anno scorso Lady Gaga aveva sfoggiato un vestito fatto interamente di carne, a Berlino si è deciso di presentare abiti che seguono una dieta più equilibrata.
Al Berlin's Communication Museum sono in mostra fino al 29 gennaio 2012 cinquanta fotografie realizzate dal tedesco Helge Kirchberger che ritraggono creazioni culinarmodaiole dello chef austriaco pluristellato Roland Trettl. I due hanno anche pubblicato un libro con le immagini della mostra accompagnate da altrettante ricette.
Se proprio non ci riesce di cucinare un polpo lasciandolo tenero e saporito possiamo sempre mettercelo addosso a mo’ di tunica, se non abbiamo mai capito come utilizzare le alghe in cucina, facciamoci una minigonna trendy e se abbiamo talmente tante carenze d’affetto che ingurgitare tavolette di cioccolata da mattino a sera non ci basta più, prepariamoci un abito di cioccolato per la prossima festa. Siete invitati a cena da amici, non sapete cosa mettere e cosa portare? Un bel cappello di bignè e via!
Una provocazione sullo spreco di cibo, sull’industria alimentare o semplicemente un modo per parlare di cibo o di moda in maniera alternativa? 

fashionfood.at
dailymail.co.uk
thelocal.de/gallery

mercoledì 26 ottobre 2011

ViciniVicini



Quando si è innamorati si desidera soltanto stare ViciniVicini tutto il tempo. Camminare vicini, guardare un panorama (meglio se un tramonto) abbracciati, stringersi il più possibile sulle poltrone di un cinema, baciarsi su una panchina di un parco o salendo le scale di casa. Quando si è innamorati si provano ristorantini romantici o etnici. Si mangiucchia (quando si è innamorati l’amore sazia!), si chiacchiera, si ride, ci si stringe le mani sul tavolo ma si è sempre così distanti… Per fare una carezza sulla guancia bisogna stendere tutto il braccio rischiando di far cadere la bottiglia di ottimo vino (quando si è innamorati non si bada a spese!) sul vestito nuovo (quando si è innamorati si sfoggia il meglio!).
Un gruppo di designer ha elaborato una serie di sistemi di tavoli e sedie per aiutare le coppie ad interagire meglio mentre mangiano. Farsi il piedino non sarà più un problema e nemmeno scambiarsi un bacio lontani da occhi indiscreti. 

Scegliete una vista mozzafiato, un menù afrodisiaco e il successo della serata è garantito.

02mathery.com
tavolacalda.info

mercoledì 19 ottobre 2011

Voglio viaggiare su un treno di cioccolata!


© Carl Warner

Treni di cioccolata, onde di prosciutto, montagne di pane, alberi di sedano, laghi di salmone affumicato, tetti di biscotti, mongolfiere di cipolle…
Una favola?
Forse.
Ambientazioni fiabesche create in un studio fotografico londinese dall’estro di Carl Warner.
Ogni immagine richiede diversi giorni di lavoro. Prima il disegno, poi gli scatti e infine la post produzione. Prima ancora Carl passa molto del suo tempo a osservare verdure, frutta e cibi in genere per trovare le giuste similitudini e dare a ciascun cibo la migliore trasposizione artistica. 
Vivere in una delle sue opere, surfare su onde di radicchio, spiluccare da alberi di broccoli, passeggiare su acciottolati di fagioli bianchi, riposarsi all’ombra di un’ananas non dev’essere affatto male e nemmeno fare un salto nel suo studio durante la costruzione del set. Il cibo utilizzato viene generosamente diviso con la squadra di lavoro, gnam!

carlwarner.com
d.repubblica.it

mercoledì 31 agosto 2011

Supplì al telefono



Ogni volta che vado in una delle mie pizzerie preferite a Roma resto sempre incantata nel guardare gli abili e velocissimi pizzaioli all’opera. Sono strepitosi! Il risultato è una pizza sottile, ben cotta, saporita e leggera. Ma c’è anche un’altra cosa che ha sempre attirato la mia attenzione e cioè la scritta “supplì al telefono” sopra la cassa. Mi son sempre chiesta perché “al telefono”. C’è forse un pony che viaggia con il bauletto pieno di supplì e aspetta le chiamate degli avventori più pigri per precipitarsi a casa loro e sfoderare una palla di riso sugosa e filante? Naaa. Non può essere. Però è proprio in quel filante il punto. Supplì al telefono perché la mozzarella contenuta al suo interno deve filare alla perfezione e quando si divide a metà il supplì le due parti devono restare attaccate da questo caldo e, gnam, saporitissimo filo mozzarelloso proprio come il filo di un telefono. Forse è per questo che a me i supplì, a parte qualche raro caso, non mi son mai piaciuti troppo. Se il sugo non è abbastanza fresco, mi restano sempre sullo stomaco un po’ come quelli che parlano al telefono troppo spesso e troppo ad alta voce quando mi vado a godere una bella pizza.

Ah, dimenticavo, li trovate alla pizzeria “Ai marmi” conosciuta anche come “L'Obitorio” (ma solo per i tavolacci di marmo solitamente utilizzati in luoghi meno ameni). 


tripadvisor.ca
ricette.giallozafferano.it/Suppli-al-telefono.html

giovedì 14 luglio 2011

Mangiare col sorriso :)


Sulla tavola di un’appassionata dei gadget culinari e del cibo giapponese come me non possono mancare le Smiley Chopsticks, non bacchette qualunque ma capaci di ridere o imbronciarsi per palesare il mio umore o per votare la qualità del cibo che mangio. Sulla parte larga delle bacchette sono disegnati infatti degli smile (gli occhi su una e le bocche sull’altra). Immancabile l’astuccio per riporle e il piccolo supporto. Un gadget divertente pensato dal designer giapponese Takuya Hoshiko.

uah-paris.com
rigna.com/designers/takuya-hoshiko

venerdì 1 luglio 2011

Muscoli in cucina




Metti un bel ragazzo, muscoloso, possente, alto. Metti un grembiule nero, un set di coltelli completo, una fiamma ossidrica, moschettoni e martelli. Dal meccanico? Ma no, cari miei, siamo in cucina. Già, si tratta di showfood. L'atto di cucinare è un evento, un po' come assistere alla preparazione di un cocktail da parte di un bravo barman che riesce a prestidigitare con bicchieri, bottiglie e fettine di limone. In campo in questo caso però carote, sedano, cipolle, creme brulée. Le signore aguzzano la vista. E non solo per carpire trucchi di cucina.



frankeelshout.nl
showfood.it

giovedì 23 giugno 2011

Magica Venezia



La recente apertura della Biennale di Venezia ha raccolto grande curiosità intorno agli artisti e alle loro opere. E un bel viaggio a Venezia è d’obbligo. Dopo una visita alla Biennale cosa c’è di meglio di una pausa di relax in un locale in Piazza San Marco dove poter chiacchierare e confrontarsi su opere e dove respirare la magia della laguna? Il Caffè Quadri è perfetto. Da gennaio è gestito dai fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo già proprietari del ristorante Le Calandre di Padova. L’edificio risale al sedicesimo secolo quando il locale era un bar specializzato nella mescita di Malvasia per poi diventare nel tempo un caffè. Oggi è un ristorante straordinariamente elegante con vista su Piazza San Marco e il campanile. Lo chef, Silvio Giavedoni, propone cappuccino della laguna (scorfano con purea di patate e zafferano), risotto con gamberi rossi e rigatoni alla salsa di pistacchio, faraona con salsa di fegato alla veneziana. Tutto annaffiato da vini eccellenti. Raffaele Alajmo assicura che la vista dal ristorante sulla piazza durante la piena è imperdibile e non si fa fatica a crederlo.

ft.com
caffequadri.it

mercoledì 22 giugno 2011

Pizza made in Gran Bretagna



La società tedesca Oetker che produce pizza surgelata in una regione nel nord della Gran Bretagna, ha sbaragliato (in Italia e in altri 33 paesi) persino la storica “Bella Napoli” della Buitoni (acquisita nel 1988 dalla svizzera Nestlé) e si è accaparrata il 20 per cento del mercato della pizza italiana. Ce n'è per tutti i gusti: al tonno, ai quattro formaggi e ai funghi. Sembrerebbe che la fama della cucina italiana sia in discesa anche da quando, l’anno scorso, McDonald’s ha messo in commercio un nuovo panino associato ai gusti e ai prodotti italiani doc. Di certo lo slogan "McDonald's speaks Italian" patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole (!)  non fa buona pubblicità alla nostra tradizione culinaria.

independent.co.uk
guardian.co.uk

martedì 14 giugno 2011

Corsi di cucina. O di inglese?

Jamie Oliver


Ecco una cosa che mi piacerebbe! Questo ho pensato quando ho letto della nuova iniziativa del famosissimo cuoco inglese Jamie Oliver. Un corso di cucina fa sempre bene e poi se tenuto nel suo Recipease a Brighton, beh ancora meglio. Se poi i pomodori diventano tomatoes, le patate potatoes, il pollo diventa chicken si aggiunge un ingrediente e un pizzico di difficoltà ma anche la possibilità di imparare divertendosi.
Il corso è composto da venti lezioni di inglese generale e sei di cucina per imparare a tagliare, sminuzzare e sfilettare, a cucinare una bistecca perfetta, a preparare ottimo curry tailandese e chili all’americana. Let’s enjoy cooking!

british-study.com
jamieoliver.com

martedì 31 maggio 2011

Quando fuori piove

Copyright: Lee Price


Una domenica pomeriggio, fuori piove o fa troppo caldo e un desiderio irrefrenabile di mangiare qualcosa di buono. Una "schifezza" che però, gnam, in questo momento ci vuole proprio. Succede.
Magari riempio la vasca e mentre l'acqua scorre preparo stuzzichini, sandwich con tanta mayonese, formaggi, salamini, gelato, patatine... Scendo nell'acqua calda e scorpaccio tutto. Un raptus di gola. 
Se l'acqua mi stufa mi do un'asciugata veloce e mi butto sul letto, forse accendo la tv e affondo il cucchiaio nel gelato alla crema.
Non per depressione né per malattia, solo relax e voglia di stare in pace con me stessa. 
Poi forse starò male, mi verrà mal di pancia. Oddio forse sto mischiando troppo. 
Mmmm... questo gelato è buonissimo!
Copyright: Lee Price
Copyright: Lee Price


Copyright: Lee Price


leepricestudio.com
espresso.repubblica.it

martedì 17 maggio 2011

L'esperienza insegna

Marguerite Patten


Se mia nonna fosse ancora viva, probabilmente ora, preparandomi le polpette "cace e ove", mi direbbe che è imperdonabile cucinare e mangiare male al giorno d'oggi con tutta l'abbondanza di buon cibo che abbiamo a disposizione. Ed è più o meno quello che Marguerite Patten, 95 anni, ha raccontato a Natalie Whittle del Financial Times. 
La Patten è autrice di 170 libri di cucina (tra i quali anche la storia della cucina inglese). Durante la seconda guerra mondiale ha lavorato per il Ministry of Food inglese anche per aiutare le persone a razionare il cibo ed è stata insignita di una delle più alte onorificenze della corona britannica. Insomma una saggia nonnina, che prepara ottimi manicaretti, che ci racconta storie di altri tempi e che può insegnarci ancora molto, non solo in cucina.



lunedì 16 maggio 2011

Un pizzico di sale



Aggiustare di sale una pietanza non è cosa facile. Se poi si tratta di scegliere anche tra tanti tipi di sale, può diventare un'arte. 
Come su una tavolozza c'è da scegliere la tonalità giusta: dal nero corvino del Kilauea Onyx (Hawaii) al rosso ocra del Molokai Red (Hawaii), dai rosa del Pink Himalayan (Pakistan) e del Andes Mountain Rose (Bolivia) ai bianchissimi Maldon (Inghilterra) e Bali Kechil (Bali). Non solo diverse sfumature di colore ma anche differenti forme e consistenze.
Ma cambia davvero anche il gusto? Occorre un palato sopraffino per accorgersi delle differenze?
Alla fine dello scorso anno, Stephenie L. Drake e MaryAnne Drake, della North Carolina State University, hanno pubblicato sul Journal of Sensory Studies una ricerca su 38 tipi diversi di sale. Dopo averne analizzato la composizione chimica, sono passate all’assaggio. Hanno scoperto che i vari sali hanno sapori differenti anche quando presentano la stessa concentrazione di sodio. Inoltre, molti dei sali, inclusi quelli più raffinati, sono leggermente astringenti e molti di quelli non raffinati hanno un odore metallico. In generale hanno delineato 10 gusti e odori diversi, molti meno di quelli celebrati dagli specialisti del sale. Occorre un palato molto sensibile per distinguere il tipo di sale utilizzato nella preparazione di un cibo. Tuttavia, considerando quanti sali madre natura ci ha messo a disposizione, perché non esplorarli?
Qualche controindicazione (a parte l’ipertensione)? Il prezzo, non sempre basso.
Certo è che il sale, se usato nella giusta misura, può esaltare il sapore dei piatti aiutandoli a sprigionare le molecole volatili per appagare naso e palato.

Per saperne di più: 

venerdì 6 maggio 2011

Arte e scienza in cucina

Se volete far godere occhi e palato, e avete 500 euro da spendere date un’occhiata a
Modernist Cuisine: The Art and Science of Cooking.

Nathan Myhrvold, Chris Young, e Maxime Bilet, in questi sei volumi (2400 pagine), hanno illustrato con un’ispirazione scientifica le tecniche per la preparazione dei cibi. 
Con uno staff di 20 persone hanno dato vita a sapori e consistenze inedite utilizzando strumenti e ingredienti nuovi per reinventare la cucina. 













Sorprendente anche il lavoro fotografico. Istruzioni illustrate, diagrammi e migliaia di fotografie che con tecniche innovative riescono a condurre il lettore all’interno del cibo stesso. 
Un libro da mangiar con gli occhi.


modernistcuisine.com

www.newyorker.com 

Vip ai fornelli

Se non hai scritto o almeno curato un libro di ricette non sei davvero famoso.
Starlette di casa nostra e d'oltralpe si cimentano, chi con più successo di vendite, chi meno, in libri di ricette o consigli culinari. Magri e cicciottelli, attori, sportivi, addirittura personaggi dei nostri fumetti preferiti: tutti accomunati dal piacere per la tavola. O dal business culinar-editoriale?
Comunque, seppur ci sia una certa somiglianza, Miss Piggy batte la Clerici cinque a zero!

espresso.repubblica.it